Luogo: Provincia di Reggio Emilia, Emilia-Romagna
Data: Maggio 2005
Comparto produttivo: industria alimentare
Esito: Mirco ha perso la vita
Dove è avvenuto: reparto produttivo di un’azienda alimentare
Cosa si stava facendo: Mirco era alla sua postazione nei pressi della macchina sfogliatrice a controllare il corretto funzionamento e a gestire lo svuotamento della vasca di carico.
Descrizione dell’infortunio: l’addetto pastaio, nella gestione del “svuota vasca”, si accorge che parte dell’impasto si è fermato sul bordo interno, tale da non consentire alle pale dell’aspo di spezzettarlo e spingerlo sugli organi in movimento (rulli di laminazione) posti sul fondo, che servono a formare la sfoglia. Invece di arrestare la macchina, accede a macchina in moto in prossimità della vasca di carico, mediante la scala del soppalco adiacente. Si sporge dal bordo della vasca verso l’interno e allunga il braccio nell’intento di spingere l’impasto verso il basso. Ma, non si sa se per perdita di equilibrio e sbilanciamento in avanti o per suo errore di valutazione, la mano viene presa e trascinata da una pala dell’aspo. L’infortunato viene tirato verso il basso in direzione dei rulli. L’aspo continua la sua rotazione ed una delle pale colpisce violentemente il collo dell’infortunato, provocandone il decesso. Solo in quel momento i colleghi, sopraggiunti in prossimità della macchina, ne hanno arrestato il moto.
Come prevenire: la macchina, marcata CE, era priva dei dispositivi di protezione necessari a evitare che un operatore potesse raggiungere gli organi lavoratori in moto, l’aspo con le pale e i rulli. Al momento degli accertamenti, l’azienda non è stata in grado di fornire né la dichiarazione di conformità, né il manuale d’uso e manutenzione ma li ha forniti successivamente. Nel manuale della macchina è riportata come dispositivo di protezione una griglia posta sulla sommità della vasca di carico. La griglia è associata a un dispositivo di sicurezza attivo il quale, rimuovendo il riparo, arresta il funzionamento della macchina, e riduce il rischio di movimento degli organi lavoratori. Tale sistema di protezione (e relativo sistema di sicurezza) non solo non era presente al momento dell’evento infortunistico, ma gli addetti alla manutenzione e alla produzione hanno riferito di non averlo mai visto. A questo si aggiunge il fatto che la scala che dà accesso al soppalco rendeva agevole l’accesso alla vasca. Ne consegue che l’accesso agli organi lavoratori in movimento presenti all’interno non fosse per nulla né impedito, né limitato. A monte mancava dunque una valutazione dei rischi specifici inerenti la macchina, tale da permettere l’individuazione e l’attuazione di misure tecniche per ridurre i rischi presenti, sulla scorta anche di quanto indicato dal costruttore nel manuale d’uso e manutenzione.
Inoltre, mancava un sistema di arresto e d’emergenza unico per l’intera linea di produzione azionando il quale anche i colleghi lontani dalla macchina avrebbero potuto arrestarne il moto. Infatti, i sistemi di arresto e d’emergenza erano installati su ogni singola macchina ma non collegati tra loro.
Mirco, persona esperta, avrebbe dovuto conoscere la corretta procedura per l’intervento che comportava il preventivo arresto della macchina. Mirco è salito in prossimità della vasca, si è sporto al suo interno e ha allungato il braccio in direzione degli organi in movimento. Il corpo è stato ritrovato appoggiato con l’addome sul lato anteriore del bordo vasca in posizione centrale e sospeso da terra. I colleghi si sono accorti di quanto stava accadendo solo dopo l’urlo di Mirco. Mirco è stato trascinato all’interno della macchina in pochi secondi ma se ci fosse stato un collega a vigilare, probabilmente si sarebbe accorto dell’intenzione di Mirco e della scorretta modalità operativa.