Luogo
Provincia di Milano, Lombardia
Data
Gennaio 2003
Comparto produttivo
Edilizia/impiantistica
Esito
Un operaio muore cadendo dal secondo piano, all’interno del vano ascensore, ancora privo di cabina e di porte, a seguito del distacco del parapetto che sbarra l’aperture al piano.
Dove è avvenuto
In un cantiere edile per la costruzione di un capannone e di una palazzina uffici. In particolare nel vano ascensore della palazzina uffici.
Descrizione infortunio
Alla fine della giornata lavorativa un operaio, dipendente di una ditta termoidraulica, che lavorava al secondo piano, doveva recuperare una prolunga elettrica, collegata al quadro elettrico del piano terra. Su indicazione del geometra di cantiere, il cavo era stato fatto passare attraverso il vano ascensore ancora privo di cabina. Mentre cercava di sciogliere la corda che legava il cavo ad una delle tavole del parapetto, questa si staccava facendo cadere l’operaio da un’altezza di circa 7 metri. Nella caduta subiva lesioni gravissime. Soccorso e condotto in ospedale, moriva durante l’intervento chirurgico.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
I parapetti sulle aperture del primo e secondo piano erano stati realizzati, in un primo tempo, con delle assi di legno inchiodate alle pareti, sul davanti. Ad un certo punto i parapetti sono stati di ostacolo alla posa del rivestimento in carton-gesso delle pareti dei corridoi. I parapetti sono stati quindi rimossi dalla loro posizione e le tavole sono state inchiodate all’interno del vano ascensore. Si è accertato anche che i chiodi non erano neanche penetrati fino in fondo nel muro in cemento armato.
In tali condizioni le tavole non garantivano una adeguata resistenza alla spinta generata da un urto accidentale ma anche da un semplice appoggio del corpo di una persona. Infatti non appena il lavoratore vi si è appoggiato per slegare il cavo elettrico le tavole si sono schiodate e l’operaio è caduto giù.
Come prevenire
Il coordinatore per la progettazione e per l’esecuzione avrebbe dovuto prevedere la sequenza dei lavori, progettando un diverso modo di sbarrare il vano ascensore ai piani, anche attraverso la realizzazione di impalcati provvisori in corrispondenza di ogni piano.
Il geometra di cantiere avrebbe dovuto accertarsi che l’operaio incaricato avesse idonei sistemi di ancoraggio atti ad impedirne la caduta nel vuoto durante la rimozione e la posa dei nuovi parapetti e che tali lavori venissero realizzati con criterio e a regola d’arte.
L’operaio incaricato di realizzare i nuovi parapetti avrebbe dovuto usare una maggiore perizia e criterio nel realizzarli, segnalando al geometra le eventuali difficoltà o l’impossibilità di eseguire il lavoro perché, come è facilmente intuibile, egli stesso, durante tale realizzazione, sarebbe stato esposto al pericolo di caduta nel vuoto, non avendo sistemi e dispositivi di trattenuta adeguati.