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Phos Italiana 1924: una tragedia del lavoro e dello sfruttamento minorile troppo a lungo dimenticata

PHOS

Luogo: Piemonte

Comparto produttivo: produzione fiammiferi

Esito: 21 giovani hanno perso la vita.

Dove è avvenuto: all’interno di una fabbrica di fiammiferi al fosforo bianco.

Cosa si stava facendo: le operaie manipolavano palline costituite da una miscela di diverse sostanze, che diventavano infiammabili se sfregate contro la speciale carta fosforica, prodotta nello stabilimento e applicata a piccole strisce sulle scatolette metalliche.

Descrizione infortunio: la fabbrica fu scossa da un’enorme esplosione. Crollò la parte centrale dell’edificio, seppellendo tutti i presenti.

Come prevenire

La tragedia avrebbe potuto essere prevenuta con l’osservanza delle minime misure di sicurezza previste dalle leggi vigenti.

L’inadeguatezza della struttura della fabbrica fu denunciata dall’allora direttore tecnico alla proprietà ma rimase inascoltato. Inoltre, le giovani lavoravano chiuse all’interno della fabbrica e questo aveva reso loro impossibile la fuga allo scoppio dell’incendio. All’epoca dell’incidente l’Italia era un Paese scarsamente industrializzato e le poche fabbriche avevano spesso strutture e tipologie di lavorazione assai arretrate. Emblematico è proprio il caso delle fabbriche di fiammiferi: negli anni della tragedia della Phos esse continuavano a utilizzare il fosforo bianco, nonostante da alcune decine di anni fosse stata scoperta la nocività di quel materiale e già nel 1906 la Convenzione di Berna ne avesse proibito l’utilizzo.

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