Luogo: provincia di Milano
Data: ferragosto 2011
Comparto produttivo: siderurgia
Esito: l’infortunato ha riportato un trauma facciale, un trauma al polso destro e sinistro con fratture del radio e dello scafoide destro e abrasioni multiple. La convalescenza post infortunio è durata novanta giorni.
Dove è avvenuto: nel reparto stampaggio di una fonderia durante i lavori per l’installazione del nuovo forno
Cosa si stava facendo: occorreva completare l’isolamento sul tetto del forno effettuando una gettata di cemento speciale con una betoniera collocata sopra il forno. La betoniera era stata trasportata con un muletto sopra il forno e collocata sopra due pannelli. Quattro operai della stavano sopra il forno. Sul tetto del forno correvano, perpendicolarmente alla bocca di carico, delle travi in acciaio poste a circa 70 centimetri dalla volta in precedenza realizzata. L’isolamento doveva essere sistemato sopra la volta e poi, a completamento, doveva essere fatta la gettata con il cemento speciale. Durante la gettata l’infortunato stava in equilibrio con i piedi su due travi che distavano tra loro circa 50 cm.
Descrizione infortunio: l’infortunato stava facendo pulizie sulla sommità del forno e aveva in mano un bancale che doveva buttare a terra. Il forno in quella fase era privo di protezioni contro la caduta dall’alto. L’infortunato si è quindi sporto leggermente verso l’esterno della sommità del forno, ha perso l’equilibrio ed è precipitato a terra col bancale, procurandosi lesioni gravi.
Come prevenire:
La fonderia che aveva appaltato la realizzazione del forno ad una ditta la quale si avvaleva di una seconda ditta in subappalto non ha provveduto a realizzare alcuna misura di coordinamento contro i rischi interferenziali, nonostante fossero presenti più imprese, compresi alcuni suoi dipendenti, limitandosi a pretendere una realizzazione dell’opera “chiavi in mano”. Il forno fusore durante la fase di allestimento doveva avere idonee protezioni contro il rischio di caduta dall’alto. La Fonderia avrebbe dovuto controllare la catena degli appalti e dei subappalti, e non permettere che in “casa sua” venisse realizzata un’opera complessa, che prevedeva lavoro in quota, senza l’ausilio di dispostivi di protezione collettiva e individuale, nonché l’attività di manutenzione e pulizia su un altro forno del reparto. Tutte le imprese che hanno partecipato a questo appalto hanno accettato e si sono allineate a questa logica, evitando di farsi parte diligente nel richiedere cooperazione e coordinamento delle misure di prevenzione.